I docenti

Anche la scuola di un seminario deve essere abitata dalla ricerca. La ricerca è l’anima di ogni indagine scientifica. Si studia perché si crede che ci sia un significato da scoprire dentro le nostre vite. Poi quando si decide di mettere a tema Dio e farlo diventare il centro anche della propria attività intellettuale, è chiaro che questo tipo di ricerca si apre naturalmente alla preghiera. Tanto più che in un seminario si entra “per vocazione”, per discernere la volontà di Dio sulla propria vita e per misurare se stessi in ordine alla donazione totale di sé per il Regno dei cieli. Il programma è esaltante: cercare Dio in tutte le cose e vedere tutte le cose in Dio!

Si pensi al ritratto di fra Angelico di S. Domenico che siede ai piedi della croce e legge. Sta studiando o pregando? E l’Annunciata di Antonello da Messina che viene sorpresa dall’angelo davanti ad un libro aperto con le pagine sfogliate: stava leggendo o stava meditando? Sotto la croce non si hanno risposte: solo domande. Le più cruciali, le più vere. Maria dopo aver ricevuto l’annuncio da Gabriele rimane turbata. Così come ogni credente che avverte una chiamata di Dio entra in una rivoluzione interiore che fa pensare. Dentro il turbamento di Maria c’è la rappresentazione, non solo del credente che prega, ma anche dell’orante che si fa delle domande. C’è dunque un terreno co­mune tra studio e preghiera che rendono le due attività reciproche: il coraggio della domanda che fa ricercare continuamente le ragioni di quello che si sta già vivendo. Agostino esprime il programma “studio e preghiera” con queste parole: «Quando leggi, Dio parla con te. Quando preghi, tu parli con Dio!» (Esposizione sui Salmi 85,7).

La vera scuola allora non è quella che riempie di dati e nozioni le menti degli studenti, ma che li rafforza nella loro inclinazione verso la ricerca della verità, che li accompagna sulle vie del bene, che li orienta verso la bellezza e li dirige verso i valori assoluti. Nella tradi­zione orientale la “filosofia”, l’amore della sapienza, si trasforma in preghiera, in “filocalìa”, l’amore della bellezza.

Chi cerca Dio ha bisogno dell’inginocchiatoio e della scrivania. Necessita cioè di quegli strumenti per operare, in se stessi, la riconciliazione tra breviario e dizionario, tra Bibbia ed enciclopedia.

Nicola Albanesi CM
Superiore e prefetto degli studi del Collegio Alberoni

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