Gli osservatori

Fondato in pieno clima illuministico, il Collegio risentì in maniera considerevole dell’atmosfera generale nella quale le scienze esatte erano tenute in grande considerazione.

Tale fervore in campo scientifico trova ampio riscontro nell’educazione impartita ai giovani chierici ed è documentata già nei primi tesari accademici, discussi nel 1753, dove si discetta sull’origine dei colori e si propongono esperimenti sull’elettricità sul modello di quelli di Benjamin Franklin.

L’Osservatorio meteorologico

Era l’alba del 10 dicembre 1802 quando padre Antonio Mantenga (1759-1811) iniziò ad annotare i primi dati meteorologici: 6 gradi Reaumur di temperatura, la pressione atmosferica 27.11.10/16 pollici francesi, il cielo nuvoloso e i venti di ponente.

L’osservatorio alberoniano, uno dei più antichi in Italia e all’estero, nasce nel 1802, in epoca napoleonica, su sollecitazione del governatore Moreau de Saint-Méry e per opera di padre Mantenga insegnante di fisica e matematica al Collegio.

Le prime osservazioni riguardano solo la direzione del vento, precipitazioni, temperatura, pressione atmosferica e stato del cielo.

Nel 1870 viene costruito un nuovo locale, sovrastante l’edificio del Collegio, corrispondente all’attuale sede dell’osservatorio; a seguito di aggiornamenti e innovazioni entra in una fase di intensa attività scientifica sotto la direzione di padre Giovanni Battista Manzi (1831-1912), grazie al quale l’Osservatorio entrò nella rete costituita dal barnabita Francesco Denza, primo nucleo della Società Meteorologica Italiana.

Dall’Ottocento a oggi gli strumenti alberoniani hanno incessantemente registrato il clima piacentino, producendo una mole di dati divenuta assai preziosa e che è valsa la nomina dell’osservatorio Alberoni a Centennial Observing Station, da parte della World Meteorological Organization.

L’attività dell’Osservatorio meteo prosegue ancora oggi. Con la convenzione, sottoscritta nel 2016, da Opera Pia Alberoni e Società Meteorologica Italiana, quest’ultima ha infatti provveduto all’adeguamento della strumentazione dell’Osservatorio e ne ha assunto la direzione scientifica, in collaborazione con il Collegio Alberoni.

Luca Mercalli è il Presidente della Società Meteorologica Italiana.

Per contatti e informazioni: 0523322635 – info@collegioalberoni.it

L’Osservatorio astronomico

Il primo e più antico osservatorio fu costruito, per iniziativa di padre Manzi, tra il 1870 e il 1872, alla sommità del lato ovest del Collegio, sopra l’osservatorio meteorologico, divenendo così il punto più elevato dell’Istituto alberoniano.

Al centro del grande parco del Collegio Alberoni di Piacenza si trova invece l’antico osservatorio astronomico, sorto nel 1882, dopo che fu riconosciuta l’insufficienza del locale adibito alle funzioni astronomiche.

Si tratta di un raro gioiello architettonico: una vera e propria specola con cupola girante meccanicamente e colonna di granito, come base del cannocchiale.

Lo strumento principale di osservazione di cui è stata dotata è un rifrattore di Merz di 13 cm di diametro, completo di una robusta montatura equatoriale con grandi cerchi graduati in declinazione e ascensione retta, forniti di nonio. Tale rifrattore è corredato anche di moto orario tramite un orologio a pesi.

Uno degli scopi per cui fu costruito era quello di risolvere il problema dell’ora esatta. Gli strumenti destinati a questa attività erano il cannocchiale dei passaggi e il cronografo Fuess.

La specola astronomica non è attualmente funzionante in quanto bisognosa di un intervento di restauro architettonico.

L’Osservatorio sismico

Il primo tentativo di registrazione sismica in Collegio risale al marzo del 1861 tramite un sismografo a pendolo. Dal 1874 al 1912 furono eseguite osservazioni tromometriche.

Un servizio regolare inizia nel dicembre 1922, utilizzando il sismografo Agamennone a pendoli orizzontali, a registrazione continua su carta affumicata.

Nel 1923 la stazione venne dotata di un pendolo astatico, a lungo periodo, della massa di 1000 Kg: un sismografo Wiechert a componenti orizzontali che era certamente il migliore strumento.

Nell’ottobre 1927 entrano in funzione le tre componenti separate del sismografo Vicentini, con astatizzazione magnetica e a periodo variabile.

Negli anni 1930 e 40 l’Osservatorio venne inserito nella rete sismica internazionale e nel 1974 fu arricchito di una strumentazione moderna.

La convenzione sottoscritta da Opera Pia Alberoni e INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha permesso di ammodernare la strumentazione esistente. Sul pilastro sismico nei locali sotterranei del Collegio Alberoni è operativa la stazione sismica PCN della Rete Sismica Nazionale dell’INGV, con strumentazione sismica digitale INGV.

 

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